venerdì 29 febbraio 2008

METODO LEGALE PER BLOCCARE LE ELEZIONI.

IN ALTERNATIVA AL POST PUBBLICATO DA ME POCO FA...
gira da qualche giorno sul web il primo fa farmelo leggere è stato max stimer bloggista del blog di grillo, lo riporto perchè mi sembra utile.
METODO LEGALE PER SABOTARE LE ELEZIONI!
INTASIAMOGLI I SEGGI CON UN METODO INFALLIBILE!

A TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO VOTARE SCHEDA NULLA O BIANCA PERCHÈ NON RAPPRESENTATI DA NESSUNO
Così facendo, in realtà, favorirete il partito con più voti.
INFATTI (vedere REGOLAMENTI PER IL CALCOLO DEL PREMIO DI MAGGIOTRANZA!!)
anche i voti bianchi o nulli entrano nel calcolo del premio di maggioranza, favorendo, indirettamente chi ha preso più voti.
ABBIAMO UNA ARMA LEGALE E LETALE CONTRO QUESTA LEGGE INFAME!
ECCO I RIFERIMENTI LEGALI!
Tutto si basa su un'uso 'PUNTIGLIOSO' della legge:
D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104
...OMISSIS
Il segretario dell’Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o
di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a
tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000.
...OMISSIS)
Illustro nei dettagli il sistema DA USARE, che è già stato indicato da altri
(sebiana emme 10.02.08 14:59 - Post: 'IL SILENZIO ASSENSO DI SKY')

1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E FARSI VIDIMARE LA SCHEDA

2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO VIDIMATA),
dicendo: 'Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!'

3) PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA

4) ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO DI AGGIUGERE, IN CALCE AL VERBALE, UN COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO
(ad esempio, ma ognuno decida il suo motivo: 'Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta')
(D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104, GIÀ citato)

COSì FACENDO NON VOTERETE, ED EVITERETE CHE IL VOTO,NULLO O BIANCO,
SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIù VOTI!!

Se facciamo così in tanti INTASEREMO I SEGGI, E L'INFORMAZIONE SERVA DOVRÀ PARLARNE!
Questa è la PRIMA AZIONE LEGALE e DI PROTESTA CONTRO L'INFAME LEGGE ELETTORALE!!!

L'AMERICA NON E' COSI LONTANA...


Oggi puntata GENIALE di "south park", cartone cult per eccellenza. Mi riferisco all'episodio 8 della stagione 8. Breve riassunto dell'episodio che consiglio a tutti di vedere:
La mascotte della squadra locale di south park deve cambiare logo e nome, si indicono elezioni per votare cosa rappresenterà la squadra e la scelta dovrà essere fatta tra una peretta gigante e un panino alla merda. Bene, sembra di vedere fotografata la scena politica italiana. WaTer potrebbe benissimo essere la peretta e lo psicotico-nano-truffolo il panino alla merda. Chi scegliere? Stan decide di non votare, ma la cosa non viene presa bene da nessuno....
L'episodio, divertentissimo a mio parere, è una satira stupenda su quello che ormai è diventata la democrazia rappresentativa: scegliere il meno peggio, ovunque. Io credo che tutti debbano votare, certo scegliere tra una peretta o un panino alla merda non è semplice, si può sempre votare anche sapendo che sarà inutile. Il P.D. , progetto politico su cui io non punto molto (troppi compromessi), si muoverà con passi lentissimi verso una qualunque apertura significativa al progresso. Il PDL non lo commento nemmeno, non lo voterei neanche con una pistola alla tempia, Storace e la Santanchè sono fascisti quindi manco li cani, lega nord per carità, UDC Casini mi fa schifo anche come persona figuriamoci come politico, a Bertinotti non credo più da 10 anni... quindi che fare? Scopro in questi giorni che Turigliatto ha creato un nuovo partito, candidata premier una ragazza no-global di 34 anni se non ricordo male. Non prenderà neanche l'1 % questa lista, ma molto probabilmente la voterò. Perchè votare una lista che non prenderà un seggio, che sarà fuori dal parlamento e probabilmente è stata fatta solamente per i rimborsi elettorali? perchè Turigliatto rappresenta un'idea che in me è ancora viva. E già questo non è poco. Poi nonostante tutto è rimasto coerente con l'idea che lo ha portato con Prodi al parlamento, è uscito dalla maggioranza troppo poco di sinistra e ha votato contro anche quando io stesso mi sono incazzato con lui. Però la coerenza in questa occasione forse verrà premiata, nel senso che forse lo voterò e nel mio piccolo farò in modo di fargli arrivare più voti possibili. Quindi non andare a votare secondo me è sbagliato, gli ignavi per Dante non meritano neanche l'inferno, votare una peretta gigante e un panino alla merda non mi va, voto un' idea anche se rappresentata male (per i suddetti motivi e molti altri), però è la mia idea di come dovrebbe essere la società. A questo punto tutti dicono che sarà una scelta di come si vuole il paese? io non lo voglio, nè come lo vuole TOPO GIGIO e meno che mai come lo vuole TRUFFOLO. Quindi voto quello che si avvicina più ai miei ideali, anche se ne riconosco la completa inutilità .

martedì 26 febbraio 2008

ANCORA IL CASO REPORT


Ho appena ricevuto
questa mail da Paolo Bernard che per correttezza pubblico sul blog come ulteriore informazione sul caso di censura e non solo avvenuta nella RAI e nella redazione di Report in particolare, visto che giornali e TV non ne parlano, proviamoci col web...
Mi viene in mente che ad analoghi risultati in termini di carenza di completezza e libertà di informazione può condurre il diffuso precariato anche nel mondo giornalistico.

APPELLO DI ALEX ZANOTELLI PER IL GIORNALISTA PAOLO BARNARD

Rimango esterrefatto per quanto è avvenuto al giornalista Paolo Barnard abbandonato a sé stesso dalla RAI e dalla stessa Milena Gabanelli, la conduttrice di Report.
Ho sempre ammirato il lavoro giornalistico di Paolo Barnard. Penso che le sue puntate su Report siano le più belle del giornalismo italiano.
Ora Paolo Barnard è stato portato in tribunale per la puntata ( “ Little Pharma & Big Pharma “) del 11/10/2001 e ripetuta, su richiesta del pubblico, il 15 /02/ 2003. Per quella inchiesta la RAI e la Gabanelli furono citati in giudizio il 16/11/2004. Nonostante le assicurazioni da parte della RAI, Paolo Barnard è ora abbandonato al suo destino. Questo è un comportamento a dir poco criminoso. E questo non solo perché tocca a Paolo Barnard , ma perché vengono così messi a tacere tanti giornalisti che troveranno così sempre più difficile fare giornalismo serio.
So che sempre più telegiornali sia della Rai che di Berlusconi escono con notizie decurtate dagli uffici Affari Legali delle rispettive aziende. Questo anche per la stampa e radio.
Chiedo che gli editori difendano i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e che si impegnino a togliere le clausole di manleva dai contratti che gli stessi giornalisti sono obbligati a firmare.
Questo bavaglio ha e avrà sempre più potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o Tv.
Questa è una lotta per la libertà di stampa , colonna portante di qualsiasi democrazia.

Alex Zanotelli


COMMENTO DI GHERARDO COLOMBO SU CENSURA LEGALE

Ho seguito con attenzione il dibattito Barnard - Gabanelli sui limiti della tutela legale che la RAI garantisce ai propri collaboratori.

Non voglio entrare nel merito della vicenda specifica, che del resto è stata rappresentata attraverso il contraddittorio dei due protagonisti in modo che ciascuno è in grado di farsene un’opinione, e ciò a prescinder e dal giudizio del Tribunale di Roma sulla lesività o meno del contenuto dell’inchiesta nei confronti di chi se n’è sentito offeso.

Ma mi interessa molto il problema che dalle dichiarazioni di entrambi i giornalisti sembra affiorare: quello della censura indiretta verso l’informazione, magari approfondita e veridica, ma proprio per questo spesso scomoda, che si attua semplicemente utilizzando il timore dei giornalisti di essere non tanto chiamati a rispondere della correttezza del loro lavoro, ma costretti a sostenere da soli tutte le spese legali a ciò necessarie, trovandosi magari paradossalmente contrapposti allo stesso ente che liberamente si è avvalso dei loro reportages.

Emerge che questa censura non ha bisogno neppure di dichiarazioni o di dinieghi, perchè si maschera dietro un meccanismo legale capace di far leva sul timore delle conseguenze personali e familiari che un’inchiesta o un reportage può innescare; si avvale più o meno consapevolmente di autolimitazioni, del buon senso che spinge soprattutto chi tiene famiglia a chiedersi se ne valga la pena.

Mi viene in mente che ad analoghi risultati in termini di carenza di completezza e libertà di informazione può condurre il diffuso precariato anche nel mondo giornalistico.

Mi chiedo se stante la centralità del ruolo dell’informazione per l’effettività di una società democratica, dove la chiave del potere di scegliere sta nella nella reale possibilità di conoscere, non sia il momento di dare statura costituzionale a regole essenziali che garantiscano l’indipendenza dell’informazione, che mi pare sia divenuta, con l’esplosione dei mass media, una guarentigia non meno importante di quella dell’ordine giudiziario, perchè è pur sempre di controllo dell’esercizio del potere nelle sue più varie forme di espressione che si tratta.

Forse la migliore risposta al dibattito in atto tra due persone molto stimate nella società civile, e alle domande che in molti si sono sollevate, sarebbe un approfondimento propio televisivo del tema, una riflessione sincera su quanto il motivato timore dei singoli, stanti le regole del sistema, finisce per pesare sulla dose di verità e completezza dell’informazione RAI; e non solo.

Gherardo Colombo

giovedì 21 febbraio 2008

..e se contassi fino a 100???





Lettera aperta a Giuliano Ferrara di una ragazza con handicap


Caro Perrino,
io vorrei scrivere a Ferrara ma siccome non so come raggiungerlo e non credo che lui abbia tempo per aprire la mia mail, scrivo a voi di Affaritaliani sperando che dalle vostre pagine video il messaggio arrivi prima, forte e chiaro.
Nella odierna polemica di Ferrara con il ministro Turco, egli afferma che: "Il ministro dovrebbe domandarsi, … perchè la signora che ha deciso di abortire non abbia incontrato sulla sua strada procedure, strutture e persone in grado di spiegarle bene che non era sola, che la comunità si associava a lei per ascoltarla, aiutarla a superare il suo rifiuto di maternità con argomenti solidali di tipo scientifico, assistenziale e psicologico."
Il nascituro era affetto dalla sindrome Klinefelter che ha un quadro clinico complesso ma certamente non tragico come molte malattie genetiche; comunque spesso associata a disturbi caratteriali con livello intellettivo di regola inferiore al normale.
Io sono un'esperta in materia un po' perché, come dice mio padre e tutti quelli che mi conoscono, caratterialmente sono tanto rompicoglioni ma soprattutto perché, a causa di un parto andato male, ho avuto una paralisi cerebrale che risulta in un livello intellettivo al di sotto delle mie aspettative. Non che io sia proprio "tonta" ma insomma non riesco a gestire contemporaneamente molte variabili quando devo articolare un discorso o un ragionamento. Sono una persona semplice che capisce l'essenziale.

Da esperta posso assicurare a Ferrara che persone con handicap, al di là dell'esistenza di strutture assistenziali, sono sole, sono umanamente sole, non hanno con chi compartire la propria esistenza malandata. Noi, handicappati italiani, siamo fortunati perché gli italiani sono brava gente e in molti batte un cuore caldo: siamo il paese più solidale al mondo e sono milioni le persone che fanno volontariato partendo dalle più varie motivazioni.

Ma anche il migliore tra i volontari non riuscirà mai a raggiungere con noi la prossimità dell'amore che quello vero è senza motivo. La nostra vita, per farla breve Ferrara mio caro, è amara. E soli sono i nostri genitori ed amara è la loro vita: il rifiuto della maternità di quella signora è più che comprensibile.

Insomma io credo che Ferrara, anche se ha dei coglioni molto piccoli e delle mammelle molto grosse, non possa veramente aprir bocca sulla scelta della signora di abortire perché non sa di cosa sta parlando. Se volesse imparare per poter parlare con cognizione di causa, potrebbe prendermi in affido temporaneo, farmi vivere con lui, insegnarmi il mestiere di giornalista (a me piace molto scrivere), darmi da mangiare; insomma avermi sul gobbo per un paio d'anni almeno. Alla fine credo che diventerà così competente che senza dubbio potrà riuscire un ottimo ministro della sanità, un carismatico ed intelligente membro della comunità che si associa alle persone che vivono nel dolore e parla anche in loro nome.
Per il momento però stia zitto.


Cordiali saluti

Olga Andreoli

(scritto con mio papà)

lunedì 18 febbraio 2008

INFORMARE-DISINFORMARE


Dal sito www. disinformazione.it leggo e pubblico questa accorata lettera di un giornalista freelance che lavorava per report. è un fatto abbastanza sconcertante visto che Report viene considerato da tutti un programma d'inchiesta molto buono. è proprio vero non bisogna fidarsi di nessuno.

Censura ‘legale’
Paolo Barnard – 11 febbraio 2008

Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.
Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso.
Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.

Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).

L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003.
Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte.
Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare.
Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.

All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo.
La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4)
E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.*

*( la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giustificabile l'operato della RAI in questi casi).

Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me.
La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.

Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domanda posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6)
Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità.
Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI , e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)

Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)
Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.

Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo.
Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.

Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori.
Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare.
Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità.
Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema.

Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.
In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me.
Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.

Grazie di avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero.it

lunedì 11 febbraio 2008

WIFI ZONE A NEPI

Qualcosa a Nepi si muove... da qualche giorno è attiva, grazie al circolo ARCI "Sette Fratelli Cervi" di Nepi, una WIFI Zone estesa a tutta la Piazza Del Comune, nel centro del nostro paese. L' iniziativa, partita da me e subito avallata da Valerio e da tutto il direttivo, presidente compreso, è finalmente operativa. Grazie a Nakata e Livio, che ci hanno aiutato sotto l'aspetto tecnico, ora tutti i cittadini di Nepi che vorranno usufruire del servizio internet gratuito possono farlo semplicemente diventando soci del circolo. Chiunque infatti vorrà, potrà stare in piazza con un portatile e navigare comodamente in internet, grazie all'iniziativa promossa dall' ARCI nepesino. Scendendo un po' più nel dettaglio: il Circolo ARCI "Sette Fratelli Cervi" dovrebbe essere un vanto per i nepesini. Scrivo dovrebbe perché purtroppo non è considerato da (quasi) nessuno in questi termini, invece è tra i più vecchi circoli della provincia di Viterbo, è un circolo che da 40 anni si autofinanzia e da' lavoro alla gente e (come in questo caso) servizi che forse, ripeto forse, dovrebbero dare le amministrazioni pubbliche (governo, regioni, province e comuni). Ma tralascio le polemiche, ormai il Wifi in piazza c'è, e il grazie più sentito va a chi in 40 anni di onorata militanza in questo storico circolo ha contribuito, con sacrifici e soldi, a questo che è un piccolo passo di modernità del nostro piccolo centro. Certo non è una rivoluzione (non siamo i primi) e non voglio enfatizzare troppo la cosa, anche perché è tutto da testare, soprattutto per quanto rigurda la tenuta della banda, abbiamo solo 7 mega (e credo nemmeno tutte effettive), quindi, nel caso ci fossero 30 connessioni contemporaneamente, internet girerebbe un po' lento, ma visto come è ridotto il centro storico di Nepi, dove non girano mai più di 20 persone, averne 10 collegate contemporaneamente sarebbe già un successone. La "VISIONE" di quelli che come me hanno lavorato a questo progetto, è quella di una Piazza vista come "salotto" per i ragazzi, dove poter stare con gli amici e magari poter navigare in internet senza fili. E non è di certo finita qui. Con la tecnologia Voip per la quale stiamo attrezzando il circolo, per i soci sarà possibile comunicare con qualunque parte del mondo con i costi che tutti noi appassionati di internet conoscono, quasi zero in molti casi, zero in moltissimi altri. La prospettiva futura è quella, con l'avvento del tanto agognato WiMax , di raggiungere la totale copertura cittadina (a dire il vero già ci stiamo muovendo in questa ottica, il futuro è ora), ma per ora i giovani nepesini, (perché a loro più che a chiunque altro è rivolta questa iniziativa) possono, se solo lo vogliono, usufruire GRATUITAMENTE del servizio. Noi internet ve lo diamo, sta a voi prenderlo.

giovedì 7 febbraio 2008

Poco Bianco e Troppo Nero...


Ieri Ilaria ed io abbiamo passato una gran bella serata e, proprio perché così bella, mi è venuta voglia di raccontarla. Partiamo dall'inizio: cinema. Siamo andati a vedere "Bianco e nero", il nuovo film di Cristina Comencini, con Fabio Volo e Ambra Angiolini. Il film di per se' non è così male...oddio loro due, poveretti, terribili come attori, meglio comunque Volo della Angiolini, quindi il resto è facilmente immaginabile. La trama ha comunque due o tre spunti interessanti, magari trattati in modo un po' superficiale, banale, e soprattutto partiti da un punto di vista un po' improbabile, però anche abbastanza divertenti. Nonostante la "recensione" non proprio entusiastica consiglio di vederlo, perché se non altro non fa male agli occhi, alle orecchie e soprattutto al cervello come ad esempio "Io sono leggenda". Finito il film torniamo a casa e, dopo una GRANDISSIMA trombata con tanto di ingoio finale, vediamo un po' di tv. Per chi vivesse su Marte e si collegasse ora con l'Italia, ricordiamo che oggi si è ufficialmente aperta la campagna elettorale per le politiche che si terrano il 14 e 15 aprile. A dire il vero, anche se incostituzionalmente, la campagna elettorale si era già aperta da un po'. Dico incostituzionalmente perchè la nostra costituzione prevede la campagna elettorale con lo scioglimento delle camere da parte del presidente della repubblica e non prima, e visto che il parlamento è ancora in carica, per il nostro tipo di democrazia dovrebbe tentare fino all'ultimo di eleggere un governo. Ma questi sono considerati anche dai politici dei "tecnicismi" quando invece dovrebbe essere Legge, visto che lo prevede la Nostra Carta Fondamentale. Ma le leggi in questo paese le rispettano in pochi e meno di tutti quelli che fanno parte della classe dirigente, quindi... dopo questa filippica astiosa veniamo al punto. La mistificazione televisiva. Dicevo della tv dopo il sesso. Capitiamo s/fortunatamente(?) sul programma dell'insetto scoppiettante, fortunatamente (stavolta senza S davanti) quasi alla fine, quando Bruno, con un foglio in mano, comunica questa rettifica (badate bene, è l'1.30 di notte) "Dobbiamo dare la smentita da parte del comune di Roma per quanto detto ieri dall'onorevole Scajola di Forza Italia" (il partito di Berlusconi, quindi chi vota Berlusconi vota anche questo bugiardo), il DISonorevole nella puntata di ieri aveva detto: "la notte bianca organizzata da Veltroni a Roma è costata alle casse comunali 30 milioni di euro". La smentita dell'insetto è quindi arrivata, lo ripeto, all'1.30 di notte, (mentre la sparata di Scajola è stata sicuramente fatta prima, quindi magari con uno share maggiore), vale a dire alla fine della puntata del giorno dopo, quando probabilmente nessuno la noterà, salvo forse qualcuno come me che fa sesso fino a quell'ora e per farsi arrivare la botta finale di sonno guarda due minuti del programma di Vespa. Cosa diceva poi la smentita, data anche in modo frettoloso e non molto chiaro dal grande "giornalista"? che il fatturato della notte bianca è stato di 120 milioni (mi scuso se non riporto i dati precisi ma non si capiva bene davvero quello che diceva l'imbarazzato e imbarazzante conduttore), con un'entrata per le casse comunali di 25 milioni, ovviamente il fatturato l'hanno fatto i commercianti che quella notte a Roma realizzano affari d'oro. Ecco come è cominciata la campagna elettorale in Italia, dove l'avevamo lasciata esattamente 22 mesi fa, alla mistificazione della realtà ad opera di mercanti e faccendieri pagati dall'uomo più ricco d'Italia. Meno male che Confalonieri continua a dire che le Tv non fanno vincere le elezioni...