giovedì 17 novembre 2011

FINE DELLA SOVRANITA' POPOLARE


Il golpe è fatto.

L'asse Obama-Merkel-Sarkozy-Napolitano ha disarcionato l'impresentabile Berlusconi sostituendolo con il già osannato (ne parla bene "perfino" Diliberto) governo Monti. 13 persone non elette, non votate e pressoché sconosciute, a parte il Presidente del Consiglio, governeranno il Paese dove sono nato e vivo non essendo scelte da nessuno e in base ad un programma (qualunque esso sia, ma si presume che sia quello dettato dalla BCE) non presentato ai cittadini. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nei limiti della Costituzione dice la nostra Carta. In questo caso forzando l'art. 1 la sovranità viene completamente tolta al popolo che non solo non sceglie, questo succedeva già con l'infame porcellum, chi deve rappresentarlo, ma non può più nemmeno sapere il perché deve scegliere qualcuno che lo governi.

L'esempio scolastico del Problema-Reazione-Soluzione qui è evidentissimo.

Le grandi banche speculano e rovinano l'economia mondiale con il silenzio-assenso dei governi, scatenano il panico nei cittadini agitando lo spettro della crisi che ci rovinerà tutti, la soluzione per questo casino viene affidato agli stessi banchieri che l'hanno causata.
Perfetto.

domenica 13 novembre 2011

LA RESISTENZA INIZIA OGGI


Si è dimesso. L'anomalia italiana è finita.

Berlusconi l'imprenditore "fatto da se'", ma aiutato da tutti, alle 21.41 ha rimesso il mandato nelle mani di quel Presidente della Repubblica che ha fatto di tutto per aiutarlo, fino al momento in cui le pressioni d'oltreoceano si sono fatte troppo pesanti anche per lui e l'hanno costretto ad andarsene.

Gli episodi, a partire dalla presentazione della mozione di sfiducia, posticipata di un mese nel 2010 ad oggi, se messi insieme danno il quadro completo.

Napolitano ha tentato fino all'ultimo di far fare al centro destra guidato dal cav, quelle riforme liberali che gli Stati Uniti, nelle persone di Merkel e Sarkozy in primis, hanno dettato e che invece non è riuscito a fare. Si sa, le ricette più indigeste nei Paesi più avanzati di solito le fanno i progressisti, loro riescono sempre a farle digerire al proprio elettorato, se le fa la destra i cittadini protestano, scioperano, manifestano. Se le fa la sinistra (riformista) il popolino sta zitto.


Con questa cornice il quadro è presto dipinto.

I liberali mondiali che governano la grande finanza stanno scalando gli Stati democratici.


Dopo le prove generali fatte in Grecia, l'attacco, riuscito, è stato portato all'Italia, settimo paese industriale del mondo. La democrazia sostituita dalla finanza, l'economia sta vincendo sulla politica anche nell'amministrazione degli Stati. La cosa è più grave di quanto si pensi. Se la BCE, il FMI, Goldman Sachs sono riusciti ad imporre all'Italia non solo le ricette ma anche il cuoco, complice è vero un ventennio politico folle, dove lo strapotere economico-mediatico di una persona ha stravolto tutte le regole, le cose si fanno davvero preoccupanti.

Draghi alla BCE e Monti presidente del consiglio, sono i simboli di quel liberismo che creerà nel prossimo futuro quella lotta di classe che negli ultimi anni è andata persa e che tornerà prepotentemente d'attualità. L'opposizione che dovremo fare a questo nuovo corso iniziato con la fine di Berlusconi, dovrà essere più incisiva di quella fatta fino ad ora. Fondamentalmente il brianzolo aveva 2 cose chiare in mente da fare grazie al potere politico, salvare se stesso e salvare le sue aziende (cose per altro riuscite egregiamente), fregandosene altamente di quello che accadeva ai suoi concittadini. Nella sua visione, l'Italia era la sua azienda e lui da dominus ha fatto quel cazzo che ha voluto, non badando minimamente all'agenda che doveva portare a termine. Anzi, i suoi comportamenti, quasi sempre al di fuori di ogni decenza, hanno rafforzato l'opposizione (inconsapevole) nei suoi confronti, tanto da non permettergli di portare a termine nemmeno un punto della tanto sbandierata "rivoluzione liberale", nemmeno il "minimo sindacale", ovvero permettere ai padroni di licenziare, chi, come e quando vogliono.

Ora siamo sicuri che i punti verranno pian piano portati a termine, a meno che gli italiani si rendano conto di quello che sta per accadere, cosa di cui dubito fortemente.

Quindi la resistenza dovrà partire da qui. Da oggi stesso. Non è un giorno di festa perché il tanto odiato nano di Arcore è stato (forse) definitivamente allontanato dalla politica, è un giorno di festa perché da oggi inizia quella che potrebbe essere la battaglia decisiva per l'Italia, l'Europa, il mondo.

venerdì 11 novembre 2011

COMUNISTI E ANTI COMUNISTI: E' COSI' CHE SI GIOCA


Ultimamente grazie a Twitter e alla blogosfera sto scoprendo un mondo tutto nuovo, fatto di una moltitudine di persone che a torto o a ragione dicono la loro sui più disparati argomenti, spesso non conoscendo approfonditamente quello di cui parlano. Non mi ritengo il depositario della verità, anzi, però da maniaco quale sono, prima di prendere una posizione cerco di approfondirla al massimo, cosa invece che, per quello che vedo, succede sempre meno in tanti. Con questo non voglio certo dire che per scrivere di determinati argomenti serva un bagaglio culturale enorme (che io non ho assolutamente) ma che comunque bisognerebbe essere al corrente almeno dei giochi che vengono svolti in questo pazzo mondo. La cosa più incredibile di tutto questo è che, quelli che vorrebbero essere voci dissonanti dalla propaganda di regime, sono (spero a loro insaputa) perfettamente organici alla stessa. Mi spiego meglio facendo nomi e cognomi.

Pippo Civati, Luca Sofri, Arianna Ciccone, Diego Bianchi (alias Zoro), Will di nonleggere@blogspot, per non parlare di Cerasa (che scrive sul Foglio di Ferrara e questo già dice tutto), Mario Adinolfi, Stefano Menichini (direttore di Europa su cui andrebbe fatto un discorso a parte), sono tra le nuove leve della politica e del giornalismo che criticano questo sistema standoci coerentemente dentro. Non dico che questa sia una cosa sbagliata, dal loro punto di vista e dal loro status sociale anzi è anche giusta, ma questo andrebbe fatto capire a chi li legge e li segue.

Criticare stando dentro e volendo solo riformare questa situazione non è solo inutile, è anche dannoso. Il punto di tutto questo è uno e uno solo: o si sta all'interno, cercando di renderlo più umano o si combatte e si cerca di cambiarlo in qualcosa di diverso. Ora io non chiedo a chi non si sente di essere rivoluzionario di esserlo, perché uno vuole la rivoluzione (che può essere, ma non deve esserlo per forza, anche armata) quando vuol cambiare radicalmente le cose perché vede che quello che gli sta intorno non va bene e soprattutto non va bene il suo modo di vivere e quello dei suoi simili che hanno il suo stesso status. E' ovvio e scontato anche dirlo che io non mi posso mettere alla stessa stregua di Adinolfi o Sofri, perché per meriti non propri hanno una vita privilegiata in confronto alla mia e a quelli come me. Non voglio dire che quelli che ho citato siano tutti lì senza meriti, il qualunquismo non mi piace e penso che per aver raggiunto un buon posto si sono comunque dati da fare, certo in alcuni casi i posti di partenza non erano ben allineati, ma questo è il mondo. Il punto che mi interessa però mettere in evidenza, è l'essere artefici di una propaganda pro sistema non rendendosi conto di esserlo (nel migliore dei casi) non raccontandola tutta. Per capire come funziona la propaganda mi limito a ricordare che Noam Chomsky ci ha scritto sopra qualcosa e sarebbe bene che tutti gli dessero una letta. Capisco pure che non sia una cosa semplice e che ci vuole tempo e voglia, ma penso pure che sia l'unico modo per aprire gli occhi veramente su come funzionano le cose.

Quindi, in estrema sintesi, le cose sono due: o si è contro il capitalismo e contro questa democrazia rappresentativa delle élite che, che lo si voglia o no fagocita anche chi con le più buone intenzioni pensa di governarla, o si è a favore, più o meno inconsciamente, avendo però ben chiaro che le masse prima o poi si sveglieranno.

martedì 4 ottobre 2011

Il Manifesto 04-10-2011


Al fianco dei giovani «indignados», definendo «coraggiosa e onorevole» la protesta che da Wall Street dilaga negli Stati uniti. Il linguista e filosofo Noam Chomsky, professore emerito al Massachusetts Institute of Technology (MIT), negli anni '60 paladino della protesta

anti-Vietnam, e critico lucido e implacabile del »sistema americano» dà il suo sostegno alla marcia dei giovani statunitensi. Lo fa via Twitter e in un video postato su Youtube. Il movimento Occupy Wall Street nei suoi intenti program- matici si rifà alla Primavera araba e, secondo Chomsky, questo fermento po- trebbe portare ancor di più sotto gli occhi dell'attenzione pubblica la «calami- tà» della crisi internazionale e gli squilibri del neo-liberismo, tema centrale, que- st'ultimo, di numerosi scritti e discorsi del filosofo. Questi giovani, afferma Chomsky sul social network, possono guidare «la società attuale su un sentiero più sano». Negli anni Sessanta il linguista prese parte attiva ai dibattiti e alle proteste contro la guerra del Vietnam. E negli anni a seguire non sono mai mancate acute riflessioni nei confronti della politica internazionale, della politi- ca estera statunitense, sul ruolo dei mass media.

mercoledì 28 settembre 2011

P.D. e regime


Le ricette del P.D. anzi per dirla con Fassina* "dei progressisti europei" per uscire dalla crisi sono:


Dare il potere anche politico ad un organo supremo europeo "legittimato" democraticamente (sappiamo tutti quanto sia democratico un parlamento eletto nei regimi democratici, Italia docet);

Su questo poi i complottisti del Trattato di Lisbona andranno a nozze.


Acquisti illimitati dei titoli di Stato in sofferenza (altri soldi pompati inutilmente nel mercato che rimandano il problema "crisi" solo avanti nel tempo);


Ristrutturazione del debito greco (idem con patate);


Creare una specie di FMI europeo (con tutto il male che ha fatto al mondo il FMI mi sembra giusto farne un altro);


Spendere ancora di più a debito allentanto i vincoli di bilancio (politica a buffo pagata dai più ricchi).



Non una parola sul capitalismo, sulla sua struttura che porta a crisi cicliche e sistemiche (come questa). Non una parola su un nuovo modo di produrre e di consumare, di vivere insomma.


IL P.D. NON HA CONSENSI PERCHE' NON ESISTE, E' SOLO UNA VERSIONE SOFT DEL BERLUSCONISMO.



*Articolo "lasciamo subito il neo liberismo" L'Unità del 28-09-2011 pag. 13.

giovedì 28 luglio 2011


Mi sbaglierò ma 'sta storia di Penati mi ricorda tanto quell' "abbiamo una banca" di fassiniana
memoria targata 17 luglio 2005. Il 9 e 10 aprile 2006 (esattamente 9 mesi dopo) si andò alle urne. Ci ricordiamo tutti vero come sono finite quelle cazzo di elezioni?

Questo post mi suggerisce che tra più o meno 9 mesi si vota.
Praticamente una gestazione.


Speriamo che esca dalla fica e non dal culo come sempre.

N.B. i link ove possibile riportano la ricerca di google in modo che (se ne avete voglia sennò cazzi vostri) scegliete la fonte che più vi aggrada, se ce n'è una. Il post di Grillo era obbligatorio perché mi ha dato lo spunto. Quello di Preve perché per ora quel punto di vista l'ho letto solo li.

martedì 19 luglio 2011

Qualcuno era comunista?



Come si fa a dire che è in atto una crisi di sistema e nello stesso tempo affermare che la crisi economico-finanziaria rischia di investire direttamente l'Italia? Come si può dire che in Italia c'è una crisi politico-istituzionale, del Parlamento e tener fuori il P.D .? Ce lo spiega Massimo D'Alema oggi sull'Unità, attenti bene perché è roba da schizzofrenia acuta. Non solo, tira fuori, come sempre del resto, il protagonismo giudiziario simile a quello del 1992. Incredibile! Ma la migliore di tutte è: non emerge con chiarezza un'alternativa, una via d'uscita. Basterebbe leggere Samir Amin o Serge Latouche per avere qualche chiarimento su come si dovrebbe uscire da questa crisi ovviamente da sinistra, cosa che D'Alema e il P.D. bersaniano hanno perso completamente di vista. Ma ecco la ricetta secondo D'alema per superare finalmente questa situazione ed uscire dal Berlusconismo (l'iperliberismo che invece ci ha portato a questa catastrofe non viene neppure menzionato):
Per una nuova coesione sociale, baffino chiama all'appello i sindacati e la borghesia prima di tutto, il presidente di Italiani europei fa appello ai movimenti e tira in ballo alcuni "cattivi maestri" (senza far nomi ovviamente) tralasciando che i movimenti sono tali proprio perché vanno contro un partito come quello democratico. Dulcis in fundo, chiede coesione al suo progetto anche alla chiesa. Veramente allucinante. In altri termini, dopo tutto quello che è successo in questo Paese, il P.D. per penna di Massimo D'alema chiama in causa una grande coalizione che parte da Fini e arriva fino a Vendola, l'apertura ai movimenti è talmente irricevibile che nessuno si sognerà di fare una benché minima apertura. Leggevo Preve ieri che scriveva (e con molta ragione) che l'allora D.S. era non più un avversario politico per chi si sente veramente comunista, ma un nemico politico. Questo scritto di D'Alema oggi sull'unità rafforza ulteriormente quell'acuta affermazione.

martedì 31 maggio 2011

LO SPETTACOLO E' FINITO!


Non è un caso che Napoli e Milano segnino una svolta decisiva per L'Italia del 2011. La "capitale del sud" che per prima si liberò del nazifascismo e la città delle 5 giornate e di piazzale Loreto segnano la fine del regime mediatico-illiberale del "cavaliere" di Arcore. Di città liberate parlano sia Pisapia che De Magistris. Di città liberate parlarono i giornali durante la resistenza, ancora questa volta non è un caso.
L'ultima figuraccia fatta da Berlusconi al G8 con Obama è una delle immagini più eloquenti della fine di un epoca. Il totale dissenso riscosso dall'ennesima delegittimazione di un potere della Repubblica in quel caso non ha ricevuto nessuna giustificazione a differenza di quanto successe con la foto delle corna, il cucù alla Merkel e il "rimprovero" della regina d'Inghilterra. I segnali della fine imminente erano molti ed inequivocabili, il voto popolare che da sempre il centro destra osanna mette il punto sulla questione. Le telefonate subito dopo il voto di Pisapia e De Magistris al Capo dello Stato non sono da prendere come semplice cortesia istituzionale, tanto che Martelli a matrix, apprendendo la notizia in diretta, commenta così: "E' molto strano che due sindaci neo eletti chiamino il Presidente della Repubblica, forse è la prima volta che accade". La notizia data ad urne chiuse dell'ennesina iscrizione nel registro degli indagati di Berlusconi (con i direttori di Tg1 e Tg2) grazie ad una denuncia del Radicali qualcosa vorrà pur dire.
Lui è in Romania, stasera forse non festeggerà a modo suo, o forse si visto che la sua è una mania, ma non importa, è molto probabile che anche lui sappia che è ora di preparare una fuga disonorevole se non vuole finire nel modo che comunque sarebbe per lui più appropriato, in manette. Ancora l'Italia non è pronta per disprezzarlo quanto secondo me merita. Le dimissioni e un esilio dorato gli verrà permesso con il probabile non accanimento sulle sue aziende, per ora. Non gli conviene davvero tirare ancora troppo la corda
. AT SALUT BUSON!!!

FINE DEL REGNO "BIRBONICO"


Berlusconi e tutto il centro destra, inteso nel modo più largo possibile: P.D.L, Lega Nord, così come F.L.I. e U.D.C. escono con le ossa rotte da questa tornata elettorale. Crescono solamente S.E.L., Federazione della sinistra che insieme a l'I.D.V. conseguono un risultato straordinario con De Magistris a Napoli e P.D.
Principali risultati nei comuni capoluoghi:

MILANO PISAPIA 55,1% MORATTI 44,9%
NAPOLI DE MAGISTRIS 65,4% LETTIERI 34,6%
CAGLIARI ZEDDA 59,4% FANTOLA 40,6%
TRIESTE COSOLINI 57,3 % ANTONIONE 42,5
GROSSETO BONIFAZI 57,3% LOLINI 42,5%
NOVARA BALLARE' 52,9% FRANZINELLI 47,1%

In totale nei 135 comuni che andavano al ballottaggio i risultati sono i seguenti:

Il centro sinistra conquista 83 Comuni il centro destra 36

Alle amministrative precedenti del 2006: centro sinistra 73 centro destra 54

Elezioni provinciali: centro sinistra 7 province centro destra 4.

Alle elezioni del 2006 centro sinistra 7 province centro destra 4.

Il responso delle urne da un segnale univoco, da questa crisi si uscirà, se mai si uscirà da SINISTRA!

sabato 28 maggio 2011

LA GUERRA CONTRO INTERNET


Secondo quanto riportato da Grillo, (riporta virgolettati, non sono io che lo devo smentire), i governi tentano di bloccare l'accesso alla rete con una legge bloccando il mio mac adress o quello di uno che si scarica 2 film, due giornali o due cable. Quindi la mia compagnia telefonica non mi manderà più su internet e sarò costretto a disdire con quella che ho e fare l'abbonamento con un altra se voglio continuare a navigare da casa mia. Passa qualche giorno, mese, poi altri film, altri mp3 o programmi e pure la seconda mi blocca, ridisdico, rifaccio l'abbonamento fino a che finisco i provider (compresi quelle mobili) non posso più fare un accesso in "privato" ma ho ancora quelle "poche" pubbliche che ti schedano. Se mi bannano anche da li, fine internet per il mio pc. lo, butto il pc, ne compro un altro e ricomincio. Una bella rottura di cazzo! e guadagni per chi vende i pc. Ne consegue che i "grandi" della Terra rimandano il problema ma non lo eliminano e favoriscono i costruttori di pc o mac. Però questo nel medio periodo (3-5 anni) ci toglierebbe il gioco, cioè internet. Oppure uno si compra la musica, si compra i giornali, va al cinema, affitta dvd o se li compra da "loro" su internet, allora in quel caso nessuno ti banna e navighi felice e contento sempre con la stessa compagnia telefonica.

Se ne deduce che Berlusconi ha dovuto votare una cosa che dovrebbe fare in Italia con il suo governo, favorendo De Benedetti, per primo. Penso che il cav. avrà avuto quella faccia scura mentre parlava con Obama proprio per questo rodimento di culo. In più fino a che non decide la corte d'appello del tribunale civile deve dargli pure 700 milioni di euro di risarcimento. E ti credo che cercava uno con cui lamentarsi, il malcapitato Obama oppure la marionetta di Putin Medvedev nel caso dell'ultimo G8. In Italia lo danno tutti sconfitto, in Europa anzi al G8 non lo caga nessuno e lo costringono a promettere di fare una legge (liberticida ma che sicuramente lui di principio approva) che favorirà uno dei suoi più acerrimi nemici.

In estrema sintesi, Berlusconi è finito, l'Europa dei politici e di qualche società che agisce anche su internet (o solo su internet) è composta da persone illiberali, tra cui c'è anche l'imprenditore "illuminato" editore di Repubblica e l'Espresso. Il centro sinistra appoggia 'sti fenomeni.


mercoledì 25 maggio 2011

TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO?


Quello che arriverà con la probabile caduta di Berlusconi sarà una sorta di restaurazione democratica del capitale. Proviamo ad andare a fondo alla questione.
La tornata elettorale amministrativa che si chiuderà tra 5 giorni decreterà la fine politica di Berlusconi, ma non del berlusconismo in quanto tale. Berlusconi sarà costretto a lasciare il governo a causa della Lega. I continui smarcamenti di Bossi non fanno presagire altro. Berlusconi come capo supremo di quest' italietta è finito. Potrà durare qualche mese, ma è inevitabile. La manovra che per far quadrare un po' i conti dovrà varare tremorti sarà la mazzata finale, con l'intermezzo dei referendum.
Sono sicuro che finirà, ma è davvero un bene? Partiamo dal punto di vista di un "proletario", definizione che qui va interpretata in senso marxista, non letterale, contrapposto alla borghesia del capitale.
Io, che la fine del Berlusconi ras d'Italia la auspico da 15 anni, non avevo ancora l'età per votare, ma ricordo bene il giorno dopo la sua prima vittoria il senso di angoscia che provavo leggendo il Manifesto, ritengo che sia un passaggio obbligato che non porterà a quasi nulla di buono al momento, anzi c'è la possibilità che le cose, anche se formalmente non sarà così, peggiorino. Da anticapitalista e anti sistema penso che la restaurazione del capitale, che la caduta del cavaliere ci porterà, allontanerà ancora di molti anni (almeno in Italia) una vera rivoluzione democratica. Mi spiego meglio.
Il malessere palpabile, che la maggioranza dei cittadini italiani prova oggi alla situazione economico-ambientale-sociale, è notevole. La stragrande maggioranza individua il male assoluto in questo governo e nel suo capo. Non che l'altra parte nell'immaginario collettivo sia molto meglio (e non si può nemmeno dare tutti i torti a chi pensa che destra formata da PDL, Lega, UDC e FLI e "sinistra" istituzionale italiana P.D. I.D.V. S.E.L. e F.D.S.siano uguali, visti i disastri combinati da tutti e due gli schieramenti). In questo la mia critica è più radicale, la "destra" è improponibile in quanto pensa solo a mantenere lo status quo proteggendo i più ricchi e soprattutto uno di loro, la "sinistra" che non si ritiene anti capitalista (non si pone proprio il problema di superare il capitalismo) ha come "visione" quello di governare il sistema in modo più umano con meno conflitti, quindi sono indigeribili tutti e due.
Torniamo al nostro problema. Oggi, nella situazione del Paese, ma il discorso per molti versi potrebbe essere allargato a tutta Europa, Germania (forse) esclusa, si stanno riaprendo grandi scenari di lotte tra i nuovi poveri e la borghesia, individuabile nei grandi industriali e nella casta politica di tutti i paesi, ne sono la riprova i forti disagi in Spagna, Grecia, Italia ecc. Questi nuovi fronti aperti contro la classe dominante sono dovuti principalmente, ma non solo, alla sempre più difficile situazione economica di una grande maggioranza delle popolazioni, la scomparsa del vecchio ceto medio e l'ancor maggiore impoverimento delle classi basse che è sotto gli occhi di tutti e ci sono decine e decine di articoli e saggi che, con numeri veri, danno la prova provata di sempre meno ricchissimi che controllano quasi tutto e sempre più poveri che hanno sempre meno. Tutto questo ovviamente mascherato da un falso benessere, da un senso di impoverimento che poi non è così reale, inquinato dagli anni passati in cui il paradigma nasci-consuma-crepa ha forgiato (inconsapevolmente) milioni di consumatori. Il bisogno (indotto) di acquistare, spesso cose superflue, ha dominato, e continua a dominare, il modo di sentirsi appagato, di sentirsi bene, della maggioranza dei cittadini. Quindi il venir meno del potere d'acquisto (dei beni superflui) sta facendo implodere il sistema che questo tipo di società aveva (e ha) creato. Questo è un punto focale del ragionamento, in quanto lo stesso capitalismo a lungo andare genererà il suo fallimento e la sua inevitabile fine. Il capitalismo (come la mafia, diceva Falcone) è una cosa umana e come tale ha un principio e avrà inevitabilmente una fine. Il modo di produrre capitalistico deve il suo status dal metodo di produzione delle merci, le merci, in questo tipo di regime, hanno valore non in quanto tali ma in quanto prodotte, ecco spiegato il perché del PIL, no? se il valore è nella sempre più alta produzione si devono per forza di cose indurre bisogni d'acquisto per non perdere ulteriore guadagno. Quindi da oltre 100 anni i capitalisti non investono solamente nella ricerca per nuove e migliori produzioni, ma anche e soprattutto in nuovi e migliori modi di vendita (marketing ormai allargato a tutto anche alla politica, Bush e Berlusoni docet). Il sempre maggiore bisogno d'acquisto crea dipendenza e il non poter più acquistare, crisi di astinenza, che genera prima malumori, poi vere e proprie rivolte.
Dopo questa lunga ma inevitabile digressione torniamo al tema.
Le rivolte, o proteste o come preferite chiamarle, in Europa sono date principalmente da questo. Difficile (non impossibile perché casi ce ne sono anche in Italia, in Grecia, in Spagna, in Portogallo, ecc) che le famiglie muoiano di fame, ancora razionando e facendo economie, evitando il superfluo due (in qualche sporadico caso) o un pasto al giorno si riesce ancora a farli (notevole differenza con le aree del Maghreeb), quindi in questo momento quello che spinge gli europei alla protesta è la mancanza di possibilità di acquistare il superfluo, o di potersi permettere delle vacanze o degli agi, soprattutto quando, come in Italia, gli viene sbattuto in faccia continuamente il lusso che si possono permettere ancora i ricconi. In tutto questo cosa c'entra la fine di Berlusconi? c'entra perché (almeno io la penso così) gran parte dei cittadini Italiani avuta la testa (politicamente parlando) del satiro di Arcore, un po' si placheranno e i contentini che, inevitabilmente, coloro i quali ne prenderanno il posto elargiranno al popolino, allungheranno il brodo ancora per qualche anno. Cosa sperare allora, il tanto peggio tanto meglio? ovvero tenersi ancora il cavaliere e i suoi cortigiani fino a che la situazione diventi davvero insostenibile ed esploda tutto? Non lo so, ci devo ancora pensare, di certo nessuno dei due scenari è bello. Certo questo tipo di mal governo ormai è davvero insopportabile, e forse un nuovo tipo di amministrazione della cosa pubblica potrà (forse) dare qualche sollievo a quel 60-65 (forse 70%) della popolazione, che è costretta a sopravvivere con 1000 o meno euro al mese, ...ma ne varrà la pena?

sabato 21 maggio 2011

STALINGRADO!



Incredibile l'Italia del 20 maggio 2011, praticamente è andato in onda a reti unificate (quelle che controlla direttamente o indirettamente, rai uno, rai due, canale 5, rete 4 e italia uno) posticipate un comizio del presidente del consiglio (carica istituzionale che non dovrebbe essere di parte) in piena campagna elettorale per i ballottaggi. Bersani giustamente parla di Bielorussia, perché quello che è successo ha davvero dell'incredibile. Una farsa che dovrebbe far espellere dall'ordine dei giornalisti quelli che si sono prostrati e prestati a questo scandalo. Da quello che si capisce dai video sono stati fatti tutti in rapida successione, cambiando solamente l'intervistatore ma non le domande e soprattutto le risposte, spesso anche le parole. Tutto fa a pensare a uno schema già pronto (domande e risposte) e penso che si possa individuare tranquillamente anche la cronologia delle interviste, Italia uno, rete 4, rai uno, canale 5 e rai due, rispettando quello che è l'ordine cronologico in cui vanno in onda i "tg". Siamo tornati al minculpop, all'istituto luce.

Non ho controllato perché stavo scrivendo il post dove guardava B. mentre rispondeva, per individuare se c'era anche un gobbo e non ho nessuna intenzione di riascoltarlo 5 video tutti uguali sono pure troppo, li posto sotto se qualcuno ha lo stomaco...

http://tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-al-tg5-milano-non-puo-diventare-una-citta-islamica/68889?video

http://tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-al-tg1-milano-non-sara-la-stalingrado-d-italia/68888?video

http://tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-al-tg2-i-rom-potranno-costruire-quello-che-vogliono/68890?video

http://tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-al-tg4-gli-zingari-si-faranno-la-baracca-dove-vogliono/68887?video

http://tv.repubblica.it/copertina/berlusconi-milanesi-turbati-dalle-bandiere-rosse/68886?video

venerdì 20 maggio 2011

GRILLO E LA DEMAGOGIA


Nel post odierno Beppe Grillo propone un referendum per abolire i "rimborsi" elettorali ai partiti.


Come idea farà sicuramente presa sul popolino (è appunto demagogia) ma questo per il popolo sarà sicuramente controproducente. Prima dell'avvento delle democrazie moderne (ma a dire il vero anche ora) nei parlamenti venivano (e vengono) eletti i ricchi. Per un semplice motivo, la propaganda (arma principe del consenso) costa. Si obietterà il M5S di Grillo ha preso il 5% nazionale (ripartito per i comuni dove si è presentato) senza soldi pubblici agendo solo sul web e con comizi pubblici. Grillo dimentica che lui GIUSTAMENTE ha fatto presa sulla popolazione più informata e soprattutto con una medio-alta alfabetizzazione informatica, più o meno il 20% della popolazione italiana. Di questo 20% il movimento ha preso il 5.


Purtroppo al momento la soluzione individuata da Grillo, che avrebbe pure qualche spunto giusto (perché in fin dei conti ora come ora la casta per come ha gestito e gestisce i soldi dei cittadini che vengono distribuiti ai partiti, è da condannare), è controproducente perché, per come è l'Italia ora, in parlamento ci sarebbero solo B., i suoi lacchè e i ricchi come lui. Infine i soldi ai partiti, come pure dare buoni stipendi ai parlamentari, dovrebbe (perché purtroppo non è così soprattutto in Italia) scoraggiare la corruzione.

giovedì 19 maggio 2011

CI SIAMO, QUASI.




Sembra davvero essere arrivato il capolinea per B. e il suo governo di inetti e cortigiani. La pesante sconfitta elettorale sta facendo rapidamente esplodere i numerosi malumori che già imperversavano dentro la maggioranza parlamentare. Va specificato parlamentare perché B. e i suoi amici non sono mai stati maggioranza nel Paese. Basta leggere bene i dati di tutte le elezioni a cui ha partecipato per capirlo.


Ma dicevamo: ci siamo, sta per finire.


Il berlusconismo e Berlusconi si stanno avviando rapidamente all'epilogo di questa storia tutta italiana. I segnali sono sempre più forti, il congiurato, l'anonimo editorialista dell'unità ha scritto anche una data 19 giugno, Pontida.

Li la Lega da anni da la linea politica e li Bossi annuncerà al suo "popolo" che non governerà più con questo governo Berlusconi. Cosa potrà rimandare la caduta del governo? la vittoria a Milano di Moratti. Si perché controllare il comune di Milano vuol dire gestire miliardi di euro e non solo quelli per l'EXPO, ma quelli delle municipalizzate più importanti d'Italia, vuol dire posti di lavoro e potere. La Lega si accontenterà? penso di si alla fine sono legati da rapporti molto forti. E dopo tutta questa analisi devo star a sentire Grillo e i suoi pasdaran che parlando di astenersi per coerenza. Ma annatevene AFFANCULO, come dice il vostro panzone genovese…

martedì 17 maggio 2011

Avanti a sinistra.


Finalmente una nottata elettorale decente. Dai dati quasi definitivi arrivati al Viminale si prospetta una sconfitta sonora per Berlusconi e quindi del PDL che si porta dietro anche la Lega.
Spulciando i dati non ho trovato un segno davvero negativo di questa tornata elettorale, praticamente inizia a sorgere il sole, ed è sempre più rosso.

A Torino come previsto nel post precedente vince Fassino al primo turno.
A Milano va anche meglio del previsto con uno stacco a favore di Pisapia di 8 punti percentuali in più e una vittoria quasi certa al secondo turno.
Bologna nonostante un candidato debole e un grosso risultato del Movimento 5 Stelle vince il centro sinistra unito.
A Napoli va come speravo, De Magistris supera Morcone e va al ballottaggio e nonostante una pessima pubblicità mediatica dell'amministrazione Jervolino sommando i voti del centro sinistra battono il centro destra.
Nei 29 capoluoghi al voto il risultato del primo turno è di 14 a 4.
Anche dove il centro destra vince perde una marea di voti un dato per tutti Latina, persi 15%.
Ci siamo il regime sta per cadere, dobbiamo essere bravi a sfruttare il momento.
Avanti popolo bue facci sognare!

AMMINISTRATIVE 2011


Risultati (parziali) delle amministrative 2011


Vittorie al primo turno:



Arezzo al centro sinistra unito


Barletta Andria Trani al centro sinistra unito


Benevento al centro sinistra unito


Bologna al centro sinistra unito


Cagliari Ballottaggio con il centro sinistra unito


Carbonia 60% al centro sinistra unito


Iglesias ballottaggio con il centro sinistra unito


Caserta al PDL


Catanzaro PDL


Cosenza al ballottaggio con 3 liste a sinistra


Crotone ballottaggio con il centro sinistra unito


Fermo al centro sinistra unito


Grosseto al ballottaggio con 2 liste a sinistra


Latina al PDL


Medio Campidano al centro sinistra unito


Milano al ballottaggio con il centro sinistra unito


Napoli ballottaggio con due liste a sinistra


Novara ballottaggio con la sinistra unita meno IDV


Olbia N.P.


Ravenna al centro sinistra unito


Reggio Calabria PDL


Rimini ballottaggio


Rovigo ballottaggio con 3 liste a sinistra


Salerno al centro sinistra con il 74,43% senza Rifondazione e IDV


Savona al centro sinistra unito


Siena al centro sinistra unito


Torino al centro sinistra senza rifondazione


Varese al ballottaggio centro sinistra senza rifondazione


14 su 29 vittorie del centro sinistra al primo turno


4 su 29 vittorie al centro destra al primo turno


10 ballottaggi


1 non pervenuto.


domenica 15 maggio 2011

Le elezioni


Oggi e domani si vota per rinnovare un bel po' di comuni e qualche provincia. Di comuni molto importanti che vanno al voto ce ne sono 4 che hanno un peso diverso, perché hanno una rilevanza molto più nazionale di altri: Napoli, Milano, Torino e Bologna (in ordine di importanza politica).
Napoli, città unica al mondo sotto tantissimi aspetti, è, a mio parere, la più importante per diversi motivi. Fu una delle prime città a ribellarsi per bene dal nazifascismo (anche perché "l'americani" arrivavano dal sud) e la giunta uscente è di centro sinistra, che non lascia una gran bella eredità, almeno mediaticamente. Poi tutti dovrebbero sapere, e fortunatamente i napoletani ormai lo sanno, che i veri problemi sono nella difficoltà enorme dei rapporti fra comune, provincia e regione (le ultime due di centro destra dopo la sconfitta di Bassolino che non ha fatto un gran lavoro nel suo secondo mandato). Di certo la partita è complicata, di sicuro si andrà al ballottaggio visto che il candidato del centro destra Littieri non gode di grandissima stima fra i suoi (si dice che fu contestato anche in una cena elettorale dal suo "sponsor") e il centro sinistra va diviso: da una parte P.D. e S.E.L. con un candidato mediaticamente debole e dall'altra IDV più tutta la sinistra radicale, compresi alcuni centri sociali, con un candidato mediaticamente forte come De Magistris. Il problema nascerà se a sorpresa (vista la somma dei voti nazionali di IDV e FED al ballottaggio contro Littieri), ci andrà l'ex P.M. e non Morcone. Infatti, se dovesse (come dovrebbe essere normale, ma Napoli di "normale" non ha quasi nulla, compresa la sua enorme bellezza), andare al ballottaggio il P.D. quelli che hanno votato per De Magistris confluiranno sicuramente a Morcone, permettendogli, se non di vincere, comunque di giocarsela ai punti. Se invece a prevalere fosse la "guardia rossa"? Bè non so quanti elettori di centro sinistra andrebbero a votare e quanti addirittura voterebbero Littieri...
Sarebbe una bella sfida per la dirigenza del partito democratico nazionale, una domanda: ma a Napoli il partito è ancora commissariato? Certo De Magistris circondato da molti compagni più o meno veri sarebbe davvero una grande sfida per la sinistra italiana.

Milano, altra città importante per il destino politico dell'Italia, medaglia d'oro alla resistenza, la città di Piazzale Loreto, ora centro di potere berluscon-leghista-fascista. Il candidato del centro sinistra-sinistra è Giuliano Pisapia, ex soccorso rosso, uno che è riuscito a fare quello che a Napoli non s'è fatto. Prende dagli ex margherita fino ai centri sociali passando da quelli che i coglioni chiamano radical chic (anche io sono un coglione visto che per sfottere qualche amico uso quei termini :)) e ha in lista Milly Moratti... Qui Berlusconi non può perdere (così pensa lui), qui è nato il berlusconismo con telemilano e Milano 2, qui c'è il milan che con lui presidente ha vinto tutto, qui c'è il vero potere di Berlusconi. Potrebbe perdere nella sua città? Sì, potrebbe perdere. Per vari motivi: il primo, senza ombra di dubbio, perché è in declino, dopo 20 anni di bugie e affari personali anche le pecore si rompono le palle. Ma ce ne sono molti, molti altri: è un candidato che lascia dopo il primo mandato molti scontenti fra il popolino (e questo sarebbe pure quasi normale, visto che è miliardaria), ma incredibilmente anche gli imprenditori, i costruttori, la borghesia, nonostante una torta enorme da spartire come l'expo 2015. In più il partito è diviso, anzi lacerato da lotte intestine (il presidente della giunta uscente si candida a sindaco), calcolando che la Moratti vinse con il 52% e, a meno che Palmeri non prenda meno del 2%, il ballottaggio è sicuro. Che succederà allora se a Milano sarà ballottaggio? La mia impressione è che al secondo turno vincerà Pisapia, vuoi perché alla fine cambiare amministrazione dopo quasi 20 anni è quasi fisiologico, vuoi soprattutto perché penso che alla Lega convenga perdere e Casini e Fini farebbero una figura di merda epocale se dessero indicazioni di voto per la Moratti. Alla Lega converrebbe perdere perché così potrebbe scaricare le colpe su Berlusconi e inizierebbe a giocare in proprio per il prossimo candidato, quello del 2016, salvo regali di una giunta che per forza di cose si prospetterebbe abbastanza eterogenea. Fini e Casini non possono dare indicazioni di voto per la Moratti perché hanno fatto una campagna elettorale tutta all'insegna dell'anti morattismo e dell'anti berlusconismo.
Quindi i risultati in queste due città sono estremamente importanti.
Poi c'è Torino. Qui, salvo grosse sorprese, il pluri deputato Fassino non dovrebbe avere grossi problemi, se non a vincere al primo turno (cosa comunque abbastanza probabile) perlomeno al secondo, sia perché alla fine televisivamente e giornalisticamente parlando Chiamparino gli lascia una discreta dote, sia perché il centro sinistra non è spaccato come in altre parti. Inoltre, Fassino è molto conosciuto e il suo avversario un "signor nessuno".
Infine Bologna, storica "città rossa", che però con la giunta Guazzaloca è già caduta. Qui la storia è abbastanza particolare. Per anni amministrata sempre da sinistra, dopo la reconquista con Cofferati ha vissuto momenti delicati. La vittoria di Del Bono, dopo un'amministrazione terminata con una fine indecorosa dell'ex CGIL, faceva ben sperare, ma le dimissioni per lo scandalo delle gite con l'amante fatte con i soldi pubblici, il commissariamento, un candidato sicuro vincente (Cevenini) costretto al ritiro per motivi di salute, sostituito con Merola che colleziona gaffes a tutto spiano, rimettono in bilico una delle città più rosse d'Italia. Qui, se il centro sinistra non dovesse vincere al primo turno al ballottaggio, sarà una bella sfida che potrebbe portare anche alla vittoria il centro destra. Non sarebbe scandaloso, forse uno smacco, ma i bolognesi sapranno come sopravvivere e rimettere le cose a posto (chissà che fra 5 anni non sia Bersani il candidato sindaco di Bologna).
Quindi da oggi alle 08:00 la "parola" passa al popolo bue, 13 milioni di "cittadini" andranno a votare decidendo non solo per i loro comuni e le loro province ma anche per il governo nazionale.

Attenti bene a quello che fate!

domenica 8 maggio 2011

L'inesorabile fine di un mediocre che volle farsi re


Allora, leggo da "Il fatto quotidiano" le seguenti notizie:

Parto dalla fine dell'articolo a questo link




1) Al Palasharp di Milano che, va ricordato, è una città con 1,2 milioni di abitanti (di cui aventi diritto al voto più o meno la metà), il fatto che a sentire il comizio di B. c'erano circa 4 mila persone -una parte di esse venuta in pullman dalla Liguria e da altre non precisate regioni del nord (ma se anche fossero state residenti nel comune più limitrofo a Milano, avrebbe significato non essere comunque residenti a Milano, e quindi non poter  votare alle comunali)- dovrebbe essere un dato allarmante per lui e per tutti i suoi cortigiani.

2) Erano presenti tutti i candidati (e presumo relative famiglie) tranne quello dei manifesti delle toghe-Br e quello che parlava con il mafioso, tutti i vertici del PDL lombardo (e presumo relative famiglie) che in totale faranno un paio di cento persone (mi tengo basso perché saranno molte di più, ma io sono buono), quindi ad ascoltare B. e la Moratti candidato sindaco di Milano c'erano sì e no 3.700 persone (in una città di 1,2 milioni di residenti di cui almeno 600.000 votanti).

3) Che alle comunali che videro vincitrice la Moratti, B. candidato per fare da traino, prese 53 mila preferenze, che alla fine non erano poi così tante per uno come lui, con i mezzi che ha e soprattutto perché invita sempre a dare la preferenza direttamente a lui.

4) Che, chi al comizio dissente da quanto detto da B., viene punito, quindi dal capo non si dissente (almeno in sua presenza, o comunque non bisogna dirglielo, o meglio ancora non dirglielo davanti agli altri, perché non vuole fare brutte figure).

5) Che i suoi attacchi alla magistratura, ai comunisti, alle istituzioni hanno rotto i coglioni a tutti, perché lui si può difendere con tv e giornali prima che con le leggi ad personam, mentre i cittadini normali, anche se suoi elettori, se vengono pizzicati dalla magistratura passano dei brutti momenti e comunque vivono nel mondo reale a differenza sua. Quindi, se non stai in parlamento, ti alzi e te ne vai da un comizio del genere. 

Aggiungerei che:


Poco prima invece avevo letto in rapida successione alcuni titoli ed alcune notizie sparse che riporto di seguito:

E Bossi: «Napolitano ha ragione» Corriere della Sero On line

Ma il Palasharp non è pieno. titolo successivo sempre del Corriere della Sera On line.

Ovviamente B. fa sempre parte del cda quindi il titolo più grosso della pagina web è il Milan campione d'Italia.

Fate i collegamenti e tiratene le conseguenze se ne avete voglia.

Metteteci pure che, dopo Vito Mancuso e Roberto Saviano (almeno per ora e per un libro), anche Antonio Pennacchi abbandona la Mondadori (c'entrerà qualcosa anche l'intervista di Marina B. al corriere? a saperlo...) e viene fuori davvero un discreto quadretto.

martedì 3 maggio 2011

NON C'ENTRANO NULLA I MAYA!

Speriamo proprio no ma in riferimento al post precedente ci sta proprio bene:

Boh, dateglielo voi....


Non so cosa sia peggio se leggere che Obama ha dato l'ok all'uccisione di Bin Laden o pensare che sia tutta una bufala elettorale degli states per prepararci ad un altro "11 settembre" con l'eventuale reazione di un'altra guerra magari più grande da qualche altra parte.....

domenica 1 maggio 2011

"LA BORGHESIA, IL PROLETARIATO, LA LOTTA DI CLASSE CAZZO!"


Mentre la maggior parte dell'Italia dorme, "a volte dorme più lo sveglio del dormiente", la NATO bombarda la casa del figlio di Gheddafi uccidendo lui e tre suoi figli, sfiorando il RAIS e la moglie, io mi guardo i DVD di De André usciti con il corriere della sera alla "modica" cifra di 10.90 l'uno (mortacci loro), pensando a:

Quanto ormai la guerra sia indifferente alla maggior parte degli Italiani se anche il "primo quotidiano d'Italia" non da la notizia.

Quanto sia filo regime (qualunque esso sia) il Corriere della Sera se anche "parlando di Faber" riesce a non essere "sovversivo".

Quanto sono stronzo ad aver "regalato" 87.20 euri al Corriere della Sera.

Conclusione: la borghesia vince ancora troppo spesso...

sabato 30 aprile 2011

Un uomo solo al comando!



Si prevedono scontri furibondi tra lega e Berlusconi. Da qui a breve mi aspetto un siluramento di Reguzzoni, tanto per cominciare. E intanto il Giornale usa il metodo Boffo per Umberto B., tanto è vero che l'altro giorno c'era un pezzo sulla testata che fu fondata da Montanelli che faceva i conti in tasca alla Lega, compresa la moglie di Bossi. Il Cav. si appresta a fare (per la seconda volta, la prima nel 1994 non gli andò bene, vista l'estrema forza del senatur nel suo partito) quello che già ha fatto nell'Udc e nell'ex A.N., ovvero "comprarsi" deputati di altri partiti per indebolire chi gli si mette contro. Per essere ancora più chiari: Pionati e cento altri erano Berlusconiani all'interno dell'UDC, tanto che, una volta che Casini abbandonò il centro destra, rimasero in quelle posizioni (alcuni entrarono direttamente nel partito o ne fondarono uno nuovo). Con A.N. il gioco fu ancora più facile, visto che Fini s'era fatto fregare fondendo il suo partito in quella barzelletta che porta il nome di Popolo delle Libertà. Il gioco del cav. fu lo stesso fatto con l'UDC, agevolato dal fatto che quelli da portare al suo mulino erano già dentro il suo partito e alcuni (anzi quasi tutti) in posti di comando (chi ministro, chi ai vertici del partito, chi rappresentati d'aula). Ora, da quello che si apprende dai giornali, inizia lo stesso giochetto con la Lega, ho letto poco fa che la "famosa" Siliquini nel 1994 era leghista e che cercò di fare le "scarpe" a Bossi per non far cadere Berlusconi, (Fini ma questa non te la ricordavi???) e che il capogruppo Reguzzoni aveva rilasciato la dichiarazione (smentita da Bossi e Maroni, e quindi il genero di Speroni ad aggiustare il tiro) accordandosi solo con il PDL. La domanda è: riuscirà Bossi a tenere unito il suo partito, o farà la fine di Casini e Fini? e Bossi, se riesce a tenere unito il partito, manderà a zampe per aria il governo su cui ha comunque un'ascendente non indifferente?