venerdì 11 novembre 2011

COMUNISTI E ANTI COMUNISTI: E' COSI' CHE SI GIOCA


Ultimamente grazie a Twitter e alla blogosfera sto scoprendo un mondo tutto nuovo, fatto di una moltitudine di persone che a torto o a ragione dicono la loro sui più disparati argomenti, spesso non conoscendo approfonditamente quello di cui parlano. Non mi ritengo il depositario della verità, anzi, però da maniaco quale sono, prima di prendere una posizione cerco di approfondirla al massimo, cosa invece che, per quello che vedo, succede sempre meno in tanti. Con questo non voglio certo dire che per scrivere di determinati argomenti serva un bagaglio culturale enorme (che io non ho assolutamente) ma che comunque bisognerebbe essere al corrente almeno dei giochi che vengono svolti in questo pazzo mondo. La cosa più incredibile di tutto questo è che, quelli che vorrebbero essere voci dissonanti dalla propaganda di regime, sono (spero a loro insaputa) perfettamente organici alla stessa. Mi spiego meglio facendo nomi e cognomi.

Pippo Civati, Luca Sofri, Arianna Ciccone, Diego Bianchi (alias Zoro), Will di nonleggere@blogspot, per non parlare di Cerasa (che scrive sul Foglio di Ferrara e questo già dice tutto), Mario Adinolfi, Stefano Menichini (direttore di Europa su cui andrebbe fatto un discorso a parte), sono tra le nuove leve della politica e del giornalismo che criticano questo sistema standoci coerentemente dentro. Non dico che questa sia una cosa sbagliata, dal loro punto di vista e dal loro status sociale anzi è anche giusta, ma questo andrebbe fatto capire a chi li legge e li segue.

Criticare stando dentro e volendo solo riformare questa situazione non è solo inutile, è anche dannoso. Il punto di tutto questo è uno e uno solo: o si sta all'interno, cercando di renderlo più umano o si combatte e si cerca di cambiarlo in qualcosa di diverso. Ora io non chiedo a chi non si sente di essere rivoluzionario di esserlo, perché uno vuole la rivoluzione (che può essere, ma non deve esserlo per forza, anche armata) quando vuol cambiare radicalmente le cose perché vede che quello che gli sta intorno non va bene e soprattutto non va bene il suo modo di vivere e quello dei suoi simili che hanno il suo stesso status. E' ovvio e scontato anche dirlo che io non mi posso mettere alla stessa stregua di Adinolfi o Sofri, perché per meriti non propri hanno una vita privilegiata in confronto alla mia e a quelli come me. Non voglio dire che quelli che ho citato siano tutti lì senza meriti, il qualunquismo non mi piace e penso che per aver raggiunto un buon posto si sono comunque dati da fare, certo in alcuni casi i posti di partenza non erano ben allineati, ma questo è il mondo. Il punto che mi interessa però mettere in evidenza, è l'essere artefici di una propaganda pro sistema non rendendosi conto di esserlo (nel migliore dei casi) non raccontandola tutta. Per capire come funziona la propaganda mi limito a ricordare che Noam Chomsky ci ha scritto sopra qualcosa e sarebbe bene che tutti gli dessero una letta. Capisco pure che non sia una cosa semplice e che ci vuole tempo e voglia, ma penso pure che sia l'unico modo per aprire gli occhi veramente su come funzionano le cose.

Quindi, in estrema sintesi, le cose sono due: o si è contro il capitalismo e contro questa democrazia rappresentativa delle élite che, che lo si voglia o no fagocita anche chi con le più buone intenzioni pensa di governarla, o si è a favore, più o meno inconsciamente, avendo però ben chiaro che le masse prima o poi si sveglieranno.

Nessun commento:

Posta un commento