domenica 13 novembre 2011

LA RESISTENZA INIZIA OGGI


Si è dimesso. L'anomalia italiana è finita.

Berlusconi l'imprenditore "fatto da se'", ma aiutato da tutti, alle 21.41 ha rimesso il mandato nelle mani di quel Presidente della Repubblica che ha fatto di tutto per aiutarlo, fino al momento in cui le pressioni d'oltreoceano si sono fatte troppo pesanti anche per lui e l'hanno costretto ad andarsene.

Gli episodi, a partire dalla presentazione della mozione di sfiducia, posticipata di un mese nel 2010 ad oggi, se messi insieme danno il quadro completo.

Napolitano ha tentato fino all'ultimo di far fare al centro destra guidato dal cav, quelle riforme liberali che gli Stati Uniti, nelle persone di Merkel e Sarkozy in primis, hanno dettato e che invece non è riuscito a fare. Si sa, le ricette più indigeste nei Paesi più avanzati di solito le fanno i progressisti, loro riescono sempre a farle digerire al proprio elettorato, se le fa la destra i cittadini protestano, scioperano, manifestano. Se le fa la sinistra (riformista) il popolino sta zitto.


Con questa cornice il quadro è presto dipinto.

I liberali mondiali che governano la grande finanza stanno scalando gli Stati democratici.


Dopo le prove generali fatte in Grecia, l'attacco, riuscito, è stato portato all'Italia, settimo paese industriale del mondo. La democrazia sostituita dalla finanza, l'economia sta vincendo sulla politica anche nell'amministrazione degli Stati. La cosa è più grave di quanto si pensi. Se la BCE, il FMI, Goldman Sachs sono riusciti ad imporre all'Italia non solo le ricette ma anche il cuoco, complice è vero un ventennio politico folle, dove lo strapotere economico-mediatico di una persona ha stravolto tutte le regole, le cose si fanno davvero preoccupanti.

Draghi alla BCE e Monti presidente del consiglio, sono i simboli di quel liberismo che creerà nel prossimo futuro quella lotta di classe che negli ultimi anni è andata persa e che tornerà prepotentemente d'attualità. L'opposizione che dovremo fare a questo nuovo corso iniziato con la fine di Berlusconi, dovrà essere più incisiva di quella fatta fino ad ora. Fondamentalmente il brianzolo aveva 2 cose chiare in mente da fare grazie al potere politico, salvare se stesso e salvare le sue aziende (cose per altro riuscite egregiamente), fregandosene altamente di quello che accadeva ai suoi concittadini. Nella sua visione, l'Italia era la sua azienda e lui da dominus ha fatto quel cazzo che ha voluto, non badando minimamente all'agenda che doveva portare a termine. Anzi, i suoi comportamenti, quasi sempre al di fuori di ogni decenza, hanno rafforzato l'opposizione (inconsapevole) nei suoi confronti, tanto da non permettergli di portare a termine nemmeno un punto della tanto sbandierata "rivoluzione liberale", nemmeno il "minimo sindacale", ovvero permettere ai padroni di licenziare, chi, come e quando vogliono.

Ora siamo sicuri che i punti verranno pian piano portati a termine, a meno che gli italiani si rendano conto di quello che sta per accadere, cosa di cui dubito fortemente.

Quindi la resistenza dovrà partire da qui. Da oggi stesso. Non è un giorno di festa perché il tanto odiato nano di Arcore è stato (forse) definitivamente allontanato dalla politica, è un giorno di festa perché da oggi inizia quella che potrebbe essere la battaglia decisiva per l'Italia, l'Europa, il mondo.

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