domenica 13 luglio 2008

PROSPETTIVE PER IL FUTURO



RIPORTO UN INTERESSANTE ARTICOLO INTERCETTATO SUL WEB...

DI RICHARD C. COOK
Globalresearch

È ufficiale. Segnatelo sui vostri calendari. Il tracollo dell'economia degli Stati Uniti è iniziato. E' stato annunciato la mattina di mercoledì 13 giugno 2007, dai giornalisti economici Steven Pearlstein e Robert Samuelson sulle pagine del Washington Post, uno di principali organi di famiglia dell'elite monetaria degli Stati Uniti.

L'articolo di Pearlstein era intitolato, "Il boom delle acquisizioni, quasi al fallimento" e riguardava la straordinaria quantità di debiti contro i profitti di gestione delle aziende attualmente soggette ad acquisizioni con capitali a prestito.

In un linguaggio alquanto allarmista per le pagine usualmente ultra-moderate del Post, Pearlstein ha scritto, "è impossible predire quando si raggiungerà il momento magico e tutti finalmente si renderanno conto che i prezzi che si pagano per queste aziende ed il debito sostenuto per supportare le acquisizioni, sono insostenibili. Quando accadrà, non sarà bello. Senza distinzione, i prezzi delle azioni e le valutazioni delle aziende crolleranno. Le banche annunceranno perdite decisamente dolorose, alcuni hedge funds chiuderanno le loro porte ed i fondi comuni di investimento privati registreranno utili deludenti. Alcune aziende saranno costrette al fallimento o alla ristrutturazione."

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FILMARI

Inoltre, "i prezzi delle azioni in caduta indurranno le aziende a ridurre le loro assunzioni e gli investimenti di capitali mentre i governi saranno costretti ad alzare le tasse o ridurre i servizi, poiché calerà il reddito derivato dalle tasse sui capital gains. E la combinazione di ricchezza diminuita e tassi di interesse più alti alla fine indurrà i consumatori a rinunciare ai loro consumi finanziati con debiti. È accaduto dopo che erano crollati i bond-spazzatura e i Risparmi e Prestiti della fine degli anni '80. È accaduto dopo il crollo delle telecom e del tecnologico di fine anni '90. Ed accadrà questa volta."

L'articolo di Samuelson, "la fine del credito economico", lascia la porta un po' socchiusa nel caso il crollo non sia davvero così severo. Ha scritto di tassi d'interesse in rialzo, "poiché aumenta il costo del denaro, il prestito e l'economia potrebbero indebolirsi. Il profondo crollo nell'immobiliare potrebbe peggiorare. Potremmo anche scoprire che il lungo periodo di credito a basso costo ha lasciato un residuo maligno".

Altri giornalisti su tribune meno prestigiose del Post hanno parlato dell'avvicinarsi di un tracollo finanziario per un paio d'anni. Fra loro c'era l'economista Michael Hudson, autore di un articolo sulla bolla immobiliare intitolato, "La nuova strada per la Servitù" nel numero di Harper del maggio 2006. Hudson in alcune interviste ha parlato di "una rottura nella catena" dei pagamenti dei debiti che conduce "ad un lungo e lento arresto economico", con "deflazione delle risorse", "inadempienze di massa sulle ipoteche", ed "un'enorme rapacità di beni" da parte dei ricchi che possono proteggere i loro contanti attraverso il riciclaggio del denaro ed il proteggersi con obbligazioni in valuta estera.

Fra quelli che si stima aprofitteranno del tracollo, c'è il Carlyle Group, il fondo d'investimento comune che include la famiglia Bush ed altri investitori di alto profilo con collegamenti all'interno del governo. Un memorandum del socio fondatore William E. Conway Jr. del gennaio 2007 ai manager dell'azienda, recentemente è apparso che ha dichiarato che, quando l'attuale "ambiente di liquidità"- ad es. credito a basso costo - termina, "l'occasione per comprare sarà di quelle che probabilmente capitano una sola volta nel corso della vita".

Il fatto che il crollo è ora annunciato dal Post indica che è un affare fatto. I membri del Bilderberg, o chiunque siano quelli a cui il Post fa riferimento, hanno deciso. Fai si che tutti sappiano forte e chiaro che è tempo di serrare i boccaporti, correre al riparo, preparare una scorta di cibo in scatola per un paio d'anni, difendere i vostri beni, qualunque essi siano.

Quelli che rimarranno nei guai saranno le persone qualunque i cui beni sono carichi di debiti, come le decine di milioni di creditori ipotecari, milioni di giovani con prestiti per studenti che non possono mai essere ripianati a causa della "riformata" legge del 2005 sul fallimento, o il gran numero di operai con il 401(k) (un tipo di piano d'investimento pensionistico basato su fondi, azioni ed investimenti sul mercato, n.d.t.) o altri programmi pensionistici che sono bloccati sul mercato azionario.

In altre parole suona stranamente come il 2000-2002 tranne forse per la scala molto più vasta. Allora era "soltanto" il decimo peggiore ribasso della storia del mercato, ma oltre un trilione di dollari in ricchezza era semplicemente scomparso. Ciò che fa sembrare l'odierno caso particolarmente sgradevole è che il precedente recupero che ora sta terminando - quello "senza lavoro" - era davvero anemico.

Nè Perlstein nè Samuelson arrivano al fondo della crisi benchè, come Conway del Carlyle Group, puntano alla fine del credito a basso costo. Ma i tassi di interesse sono fissati dalle persone che dirigono le banche centrali e le istituzioni finanziarie. Possono essere influenzati "dal mercato", ma il mercato è controllato dalla gente con soldi che desidera aumentare i propri profitti.

La chiave per capire ciò che sta accendendo è che la Federal Reserve si sta rifiutando di seguire il modello stabilito durante il lungo regno del Presidente della Fed Alan Greenspan in risposta ai vacillanti andamenti economici con pesanti infusioni di credito, come fece durante la bolla delle dot.com degli anni 90 e la bolla immobiliare del 2001-2005.

Questa volta invece, il successore di Greenspan, Ben Bernanke, non prende alcuna iniziativa. Con l'economia sull'orlo del collasso, la Fed sta permettendo che i tassi rimangano fissi. La Fed afferma che la sua politica è dovuta al pericolo di aumentare l' "inflazione inerziale". Ma questo non può essere vero. Il più grande articolo del consumatore, case e beni immobili, sta facendo il pieno. Ufficialmente, la disoccupazione è bassa, ma principalmente a causa di lavori nei servizi a bassa retribuzione. Le merci, inclusi cibo e benzina, sono risaliti ma ciò non è un motivo per permettere che l'intera economia nazionale sia sommersa.

Quindi cosa sta realmente accadendo? In effetti, è semplice. La differenza oggi è che la Cina ed altri grandi investitori esteri, compresi i magnati del petrolio del Medio Oriente, stanno dicendo agli Stati Uniti che se i tassi d'interesse scendono, svalutando quindi ulteriormente i loro già scivolosi portafogli in dollari, non sosterranno più con i loro investimenti i sovradimensionati deficit commerciale e fiscale degli Stati Uniti.

Naturalmente ci siamo infilati in questo dilemma spedendo nell'ultima generazione la nostra produzione industriale in Cina ed altri mercati con lavoro a basso costo. "L'egemonia del dollaro" sta fallendo. In effetti la Cina sta usando i suoi dollari americani per sostituirsi al Fondo Monetario Internazionale come prestatore ai Paesi in Via di Sviluppo in Africa ed altrove. Come offesa aggiuntiva, la Cina può ora imporre una nuova generazione di declino economico per la popolazione americana che è costretta a comprare i suoi prodotti al Wal-Mart esaurendo all'estero ciò che resta del debito disponibile nella nostra carta di credito.

Circa un anno fa, un ex funzionario del Ministero del Tesoro di Reagan, ora noto commentatore sulla TV via cavo, ha affermato che la Cina era diventata la "Banca d'America" e commentava favorevolmente che è "più economico stampare soldi che fare automobili". Ha ha.

E' davvero sconvolgente che nessuno dei candidati politici "di massa" di entrambi i partiti partito abbia attaccato questo argomento durante la campagna. Tutti sono pesantemente finanziati dall'elite finanziaria che avrà comunque profitto non importa quanto male debba patire l'economia degli Stati Uniti. Ogni candidato tranne Ron Paul e Dennis Kucinich tratta la Federal Reserve come la quinta immagine scolpita sul monte Rushmore. E perfino i cosiddetti progressisti stanno zitti. Il weekend prima che uscissero gli articoli di Perlstein e Samuelson, c'era un grande congresso progressista a Washington DC, chiamato "Domare il gigante corporativo". Non una singola sessione è stata dedicata agli argomenti finanziari.

Cosa potrebbe accadere? Suggerirei quattro possibili scenari:

Accettazione da parte della popolazione degli Stati Uniti di una diminuita prosperità e di un ruolo in declino a livello mondiale. Fare buon viso a cattiva sorte. Vivete con i vostri genitori fino alla quarantina anziché alla trentina. Fate 2 o 3 lavori part-time alla volta, se riuscite a trovarli. Morite giovani se perdete la vostra assistenza sanitaria. Dichiarate fallimento se potete, o semplicemente defilatevi dai vostri debiti finchè non riesumano il carcere per i debitori come hanno fatto a Dubai. Nel frattempo, la Cina compra negli Stati Uniti sempre più proprietà, case e attività, come hanno suggerito gli economisti più vicini alla Federal Reserve. Se sei un immigrante illegale intraprendente, continua a divertirti ad alimentare l'economia sommersa, evita le licenze commerciali e le tasse, ed affitta case collettive ai tuoi amici.

I tempi della crisi economica producono tensioni internazionali ed i politici tendono ad andare a fare la guerra piuttosto che affrontare l'argomento economia. L'esempio classico è la depressione mondiale degli anni Trenta che portò alla seconda guerra mondiale. Le condizioni nei prossimi anni potrebbero essere cattive come erano allora. Potremmo avere una guerra davvero grande se gli USA decidono una volta per tutte di disimpegnarsi e lasciare che la Cina, o chiunque altro, ci rimetta le penne. Se non vogliono più i nostri dollari o il nostro debito, che ne dite di un po' di bombe atomiche?

Forse alla fine avremo una rivoluzione sia dalla destra che dal centro che coinvolgerà la legge marziale, la sospensione della Carta dei Diritti, ecc., combinata ad un qualche genere di dittatura militare o di lavori forzati. Comunque siamo sulla buona strada. Dimenticatevi una rivoluzione dalla sinistra. Non vorrebbero che nessuno se la prendesse con loro per aver voluto essere troppo radicali.

Potrebbe mai esserci un reale tentativo di riforma, forse persino un semplice tentativo di tornare al New Deal? Dato che le cause della crisi sono monetarie, così devono essere le soluzioni. Il primo passo dovrebbe essere l'abolizione della Federal Reserve come banca d'uscita e la trasformazione da parte del governo federale del sistema di credito nazionale in un genuino programma di utilità pubblica. In questo modo potremmo ricostruire i nostri sistema produttivo ed infrastrutture pubbliche e sviluppare una politica di assicurazione del reddito che avvantaggerebbe tutti.

L'ultima è l'unica soluzione ragionevole. Ci sono riformisti monetari che sanno come farlo se qualcuno desse loro mezza chance.

Richard C. Cook è l'autore "Il Challenger svelato: un resoconto dall'interno di come l'amministrazione Reagan ha causato la più grande tragedia dell'era Spaziale". Analista federale in pensione, la sua carriera ha compreso lavori con la Commissione per il servizio civile USA, la Food and Drug Administration, la Casa Bianca di Carter e la NASA, seguita da 21 anni al Ministero del Tesoro degli Stati Uniti. Ora è uno scrittore e consulente con sede a Washington. Il suo libro "Sosteniamo queste verità: La speranza della riforma monetaria" sarà pubblicato alla fine di quest'anno. Il suo sito web è www.richardccook.com.

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