mercoledì 25 maggio 2011

TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO?


Quello che arriverà con la probabile caduta di Berlusconi sarà una sorta di restaurazione democratica del capitale. Proviamo ad andare a fondo alla questione.
La tornata elettorale amministrativa che si chiuderà tra 5 giorni decreterà la fine politica di Berlusconi, ma non del berlusconismo in quanto tale. Berlusconi sarà costretto a lasciare il governo a causa della Lega. I continui smarcamenti di Bossi non fanno presagire altro. Berlusconi come capo supremo di quest' italietta è finito. Potrà durare qualche mese, ma è inevitabile. La manovra che per far quadrare un po' i conti dovrà varare tremorti sarà la mazzata finale, con l'intermezzo dei referendum.
Sono sicuro che finirà, ma è davvero un bene? Partiamo dal punto di vista di un "proletario", definizione che qui va interpretata in senso marxista, non letterale, contrapposto alla borghesia del capitale.
Io, che la fine del Berlusconi ras d'Italia la auspico da 15 anni, non avevo ancora l'età per votare, ma ricordo bene il giorno dopo la sua prima vittoria il senso di angoscia che provavo leggendo il Manifesto, ritengo che sia un passaggio obbligato che non porterà a quasi nulla di buono al momento, anzi c'è la possibilità che le cose, anche se formalmente non sarà così, peggiorino. Da anticapitalista e anti sistema penso che la restaurazione del capitale, che la caduta del cavaliere ci porterà, allontanerà ancora di molti anni (almeno in Italia) una vera rivoluzione democratica. Mi spiego meglio.
Il malessere palpabile, che la maggioranza dei cittadini italiani prova oggi alla situazione economico-ambientale-sociale, è notevole. La stragrande maggioranza individua il male assoluto in questo governo e nel suo capo. Non che l'altra parte nell'immaginario collettivo sia molto meglio (e non si può nemmeno dare tutti i torti a chi pensa che destra formata da PDL, Lega, UDC e FLI e "sinistra" istituzionale italiana P.D. I.D.V. S.E.L. e F.D.S.siano uguali, visti i disastri combinati da tutti e due gli schieramenti). In questo la mia critica è più radicale, la "destra" è improponibile in quanto pensa solo a mantenere lo status quo proteggendo i più ricchi e soprattutto uno di loro, la "sinistra" che non si ritiene anti capitalista (non si pone proprio il problema di superare il capitalismo) ha come "visione" quello di governare il sistema in modo più umano con meno conflitti, quindi sono indigeribili tutti e due.
Torniamo al nostro problema. Oggi, nella situazione del Paese, ma il discorso per molti versi potrebbe essere allargato a tutta Europa, Germania (forse) esclusa, si stanno riaprendo grandi scenari di lotte tra i nuovi poveri e la borghesia, individuabile nei grandi industriali e nella casta politica di tutti i paesi, ne sono la riprova i forti disagi in Spagna, Grecia, Italia ecc. Questi nuovi fronti aperti contro la classe dominante sono dovuti principalmente, ma non solo, alla sempre più difficile situazione economica di una grande maggioranza delle popolazioni, la scomparsa del vecchio ceto medio e l'ancor maggiore impoverimento delle classi basse che è sotto gli occhi di tutti e ci sono decine e decine di articoli e saggi che, con numeri veri, danno la prova provata di sempre meno ricchissimi che controllano quasi tutto e sempre più poveri che hanno sempre meno. Tutto questo ovviamente mascherato da un falso benessere, da un senso di impoverimento che poi non è così reale, inquinato dagli anni passati in cui il paradigma nasci-consuma-crepa ha forgiato (inconsapevolmente) milioni di consumatori. Il bisogno (indotto) di acquistare, spesso cose superflue, ha dominato, e continua a dominare, il modo di sentirsi appagato, di sentirsi bene, della maggioranza dei cittadini. Quindi il venir meno del potere d'acquisto (dei beni superflui) sta facendo implodere il sistema che questo tipo di società aveva (e ha) creato. Questo è un punto focale del ragionamento, in quanto lo stesso capitalismo a lungo andare genererà il suo fallimento e la sua inevitabile fine. Il capitalismo (come la mafia, diceva Falcone) è una cosa umana e come tale ha un principio e avrà inevitabilmente una fine. Il modo di produrre capitalistico deve il suo status dal metodo di produzione delle merci, le merci, in questo tipo di regime, hanno valore non in quanto tali ma in quanto prodotte, ecco spiegato il perché del PIL, no? se il valore è nella sempre più alta produzione si devono per forza di cose indurre bisogni d'acquisto per non perdere ulteriore guadagno. Quindi da oltre 100 anni i capitalisti non investono solamente nella ricerca per nuove e migliori produzioni, ma anche e soprattutto in nuovi e migliori modi di vendita (marketing ormai allargato a tutto anche alla politica, Bush e Berlusoni docet). Il sempre maggiore bisogno d'acquisto crea dipendenza e il non poter più acquistare, crisi di astinenza, che genera prima malumori, poi vere e proprie rivolte.
Dopo questa lunga ma inevitabile digressione torniamo al tema.
Le rivolte, o proteste o come preferite chiamarle, in Europa sono date principalmente da questo. Difficile (non impossibile perché casi ce ne sono anche in Italia, in Grecia, in Spagna, in Portogallo, ecc) che le famiglie muoiano di fame, ancora razionando e facendo economie, evitando il superfluo due (in qualche sporadico caso) o un pasto al giorno si riesce ancora a farli (notevole differenza con le aree del Maghreeb), quindi in questo momento quello che spinge gli europei alla protesta è la mancanza di possibilità di acquistare il superfluo, o di potersi permettere delle vacanze o degli agi, soprattutto quando, come in Italia, gli viene sbattuto in faccia continuamente il lusso che si possono permettere ancora i ricconi. In tutto questo cosa c'entra la fine di Berlusconi? c'entra perché (almeno io la penso così) gran parte dei cittadini Italiani avuta la testa (politicamente parlando) del satiro di Arcore, un po' si placheranno e i contentini che, inevitabilmente, coloro i quali ne prenderanno il posto elargiranno al popolino, allungheranno il brodo ancora per qualche anno. Cosa sperare allora, il tanto peggio tanto meglio? ovvero tenersi ancora il cavaliere e i suoi cortigiani fino a che la situazione diventi davvero insostenibile ed esploda tutto? Non lo so, ci devo ancora pensare, di certo nessuno dei due scenari è bello. Certo questo tipo di mal governo ormai è davvero insopportabile, e forse un nuovo tipo di amministrazione della cosa pubblica potrà (forse) dare qualche sollievo a quel 60-65 (forse 70%) della popolazione, che è costretta a sopravvivere con 1000 o meno euro al mese, ...ma ne varrà la pena?

Nessun commento:

Posta un commento